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Setu, il ponte che connette

2024-12-16 10:39

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Setu, il ponte che connette

Uno degli āsana più conosciuti è sicuramente Setu, il ponte.La simbologia del ponte richiama immediatamente al passaggio e alla relazione tra diversi

Uno degli āsana più conosciuti è sicuramente Setu, il ponte.
La simbologia del ponte richiama immediatamente al passaggio e alla relazione tra diversi elementi, luoghi, culture, parti di noi che non sono in collegamento o in comunicazione tra loro.
Il ponte rappresenta anche il desiderio di colmare le distanze o di avventurarsi in territori fisici, emotivi o psichici non noti semplicemente attraversandolo.
Il ponte può essere luogo e strumento per colmare le differenze. Congiungere istanze opposte. L'espressione “fare da ponte” o “gettare un ponte” è infatti molto utilizzata nei contesti di mediazione.
Pensando allo Yoga, ho sempre sentito dentro di me l'impressione che questa simbologia si adatti benissimo ai praticanti e agli insegnanti. Ogni volta che noi pratichiamo o insegniamo, gettiamo infatti un ponte che collega due culture storicamente e geograficamente distanti tra loro, che porta a dialogare partii di noi e degli allievi.
Questo ponte, in natura, collega simbolicamente il cielo verso cui tendiamo con la terra su cui poggiamo.
Praticare o insegnare yoga ci pone quindi nell'ottica della mediazione.
Ed il mito che ho scelto parla proprio della possibilità di mediare, unire, far comunicare proprio attraverso un ponte.
Un ponte famosissimo nell'Oceano Indiano, si trova in una particolare conformazione geografica visibile solamente dall'alto, che attraversa lo stretto di Palk e, attraverso il mare, unisce l'India meridionale con lo Sri Lanka.
Gli hindu credono che si tratti del ponte di cui si parla nel grande poema epico Ramayana che racconta le gesta di Rama, un avatara del Dio Vishnu e principe ereditario del Regno di Kosala.
Secondo la tradizione hindu Rama nasce quando il Dio Vishnu appare a suo padre, il re Dasharatha.
In questo mito, Vishnu diede al re una pentola di nettare, Il re ne bevve metà e l'altra metà la fece bere alla moglie.
La donna, dopo aver bevuto questo nettare magico, rimase incinta e diede alla luce Rama che risulterà quindi essere, in parte, di origine divina,
Rama, divenuto adulto, insieme al suo fedele servitore Hanuman, il signore delle scimmie, e a suo fratello Lakshmana, si scontrerà più volte con tribù e orde di demoni, i famosi Rakshasa.
Un giorno Rama incontra Sita la bella figlia del re Janaka.
Il re aveva promesso di dare in sposa la figlia all'uomo che fosse riuscito a piegare un enorme arco leggendario. Impresa in cui nessuno era mai riuscito.
Rama, che era innamorato della bella Sita, era fortemente determinato a conquistarne la mano, così accetto la sfida. L’eroe prese l'arco e riuscì a spezzarlo a metà, riuscendo così ad unirsi in matrimonio con Sita.
Quando tutto sembrava volgere al meglio, arrivò il momento per Rama di ascendere finalmente al trono.
Accadde però qualcosa di assolutamente inaspettato: un servo della defunta madre di Rama, diventato geloso di lui, gli aizzò contro la sua matrigna, la regina Kaykeyi, la quale convinse il re a scegliere come suo successore Bharata il figlio avuto dal matrimonio con lei.
Rama venne quindi privato ingiustamente del diritto al trono e fu mandato in esilio dove trascorse 14 anni insieme alla sua sposa Sita e al fratello Lakshmana, capitando in una foresta popolata da molti Rakshasa, una particolare razza di demoni.
Fu proprio lì che la moglie Sita venne rapita dal re dei demoni, Ravana, che la condusse nell'isola di Lanka. Rama e Lakshmana si allearono coi Vanara, un potente popolo di uomini scimmia capeggiati da Hanuman, ed insieme a loro costruirono un ponte che collegava l'estremità meridionale dell'India con l'isola di Lanka, l'attuale Sri Lanka.
L'esercito affrontò l'armata dei demoni. E Ravana, venne ucciso in duello da Rama, il quale tornò vittorioso nel suo regno e suo fratello Bharata, riconoscendo che tutto ciò che era accaduto era stato ingiusto, decise di abdicare, permettendo così al legittimo erede al trono di insediarsi.
Io qui mi fermo, ma la storia di Rama e Sita continua in un modo altrettanto appassionante che racconterò in un altro articolo.
Adesso invece ti invito a praticare, insieme a me, la forma di Setu, il ponte.


Decidi quindi di distendere il tuo corpo al suolo e porta l’attenzione alle parti del tuo corpo che toccano la terra.
Senti il tronco che, respiro dopo respiro, si abbandona alla terra.
Prepara il corpo alla forma sentendo che in una profonda inspirazione le braccia si portano lungo il viso.
Nel trattenimento del respiro sperimenta una trazione totale di tutta la tua persona fisica.
Espirando porta il ginocchio sinistro al petto, afferrarlo con le mani e raggiungilo con la tua fronte.
Senti la distensione della colonna vertebrale, quindi di nuovo inspirando apri il tuo corpo, senti un’altra trazione ed espirando porta al petto il ginocchio destro e nuovamente afferralo con le mani e orienta verso di esso la tua fronte.
Nuovamente inspira, senti la trazione del corpo intero e poi espirando porta al petto entrambe le ginocchia. Senti che questo gesto si ripete per altre due volte.
Questo è il gesto chiamato Pavana Mukhta mudra, dedicato a Pavana il signore del vento.
Ripetilo per qualche istante, poi porta le piante dei piedi al suolo mantenendo i piedi aperti come la misura del bacino.
Ti invito quindi ad inspirare per tre volte e, nell'espirazione, a ruotare le ginocchia verso sinistra morbidamente in direzione della Terra contemporaneamente al tuo viso che ruota verso destra. Ripeti il gesto nella direzione opposta.
Nel ritorno alla centralità assicurati che i tuoi talloni siano il più possibile orientati verso i glutei, in modo da non affaticare le ginocchia.
Osserva, se le mani possono andare ad afferrare le caviglie e se ciò non è possibile, con grande semplicità, lascia le tue braccia al suolo con i palmi delle mani ben premute sulla terra. 
Decidi quindi di inspirare ed espirando solleva il tuo bacino verso il cielo.
Senti che il peso del corpo viene scaricato in modo equilibrato tra le piante dei tuoi piedi e le tue spalle.
Senti che i glutei si contraggono per difendere la schiena e che le tue scapole desiderano incontrarsi sempre di più, respiro dopo respiro.
Sul collo e sul capo non grava alcun peso essi sono morbidamente rilassati a terra.
Sei nella posizione chiamata Setu, il ponte. Comincia ad ascoltare come il tuo corpo si struttura nella forma. Senti le parti di te ben radicate al suolo, la forza delle tue gambe, delle tue braccia, dei tuoi glutei. E insieme a questa forza senti coesistere la flessibilità della tua schiena, il rilassamento del corpo, del collo e del capo. 
Dopo questo primo ascolto fisico vai ad ascoltare altri aspetti della forma. Ti invito a sentire la parte superiore dello spazio, l'aria che sfiora la parte superiore del tuo ponte.
Porta quindi la tua attenzione alla terra forte e stabile sotto di te.
Quindi immagina che sotto il tuo ponte possa scorrere dell'acqua che dolcemente accarezza la tua schiena.
Adesso sei un ponte, stabile e forte. Punto di contatto tra elementi e modalità differenti.
Quando vuoi lasciare la forma fallo attraverso una profonda espirazione, riportando il bacino al suolo.
Come saprai, è sempre molto importante compensare le forme. 
Quindi espirando senti che le tue ginocchia si portano al petto. Le mani si appoggiano ognuna sul ginocchio corrispondente. I gomiti sono offerti alla lateralità dello spazio.
Sentendo anche la presenza delle braccia nella forma, senti nascere un movimento a mantice che nell'ispirazione allontana le tue ginocchia dal petto per quella che è la lunghezza delle braccia e nell'espirazione le riporta al petto.
Vivi la forma per almeno tre volte prima di ritornare con i tuoi piedi al suolo.

 

In conclusione, lavorare sul simbolo del ponte ci porta a mediare, unire, creare collegamenti. 
Se desideri approfondire nuovi spunti per una pratica che comprenda il linguaggio del simbolo e del mito ti invito a dare uno sguardo alle risorse che metto a disposizione sul sito web e sul Podcast e a seguirmi tutti i canali social: Facebook e Instagram.
Inoltre puoi visitare la mia sezione corsi e formazioni per trovare la proposta adatta a te! 
 


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